Come lo facciamo, di solito, a scuola. Poniamo abbiate già fatto la seconda. Se no è difficile che sappiate che esiste questo blog. Avete visto che di solito proponiamo, per fare il disegno in piano, un “manichino” che nel mio caso altro non è che quello presente in fondo al libro di testo per il primo biennio, appena un po’ riveduto e corretto. Uso quello perchè, se perdeste la mia fotocopia, l’avreste appunto sul libro. In realtà quello o un altro non ha importanza. Non esistono “manichini”, tra tutti quelli che ho visto, esenti da difetti. L’importante è che i livelli siano dove è giusto che siano, o almeno nel punto più logico operando una mediazione tra il vero corpo a tre dimensioni e un disegno schematico a due. Bisogna adeguarsi.
Noi qui partiamo dal corpo femminile perchè questi sono post per alunni rimandati, e all’esame l’uomo “non usa”. Osserveremo 2 casi: un paio di pantaloni e una camicia. I pantaloni, QUESTI pantaloni, non sono semplicissimi. Partiamo da loro perchè esistono: nella foto seguente e nel mio armadio.
Questa donna indossa pantaloni H&M: non vediamo benissimo tutti i particolari, specie in vita perchè c’è la camicia. Immaginiamo quindi di dover fare un redesign, o restyling, o più umilmente variante, di ‘sto paio di braghe perchè, poniamo, 2 anni fa è andato moltissimo e ora lo si vuole riproporre quasi uguale ma non proprio uguale. Per cui noi guardiamo, interpretiamo, modifichiamo.
Guardiamo: è un pantalone tipo cargo, cioè da lavoro, con grandi e curiose tasche, però fatto chiaramente per chi di lavorarci non ne ha intenzione. Con pretese trendy, quindi, il solito giochino che va adesso.
Linea: ampia ma rastremata verso la caviglia, dove si ferma perchè una banda in maglia a coste la stringe.
Particolari caratteristici: parecchi lacci (in vita, ai cursori delle zip) e grosse zip (che siano grosse ve lo dico io perchè li ho). Il cavallo è basso. Nulla sappiamo del dietro.
Interpretiamo: queste grosse zip, dato che il tessuto è leggero (un sintetico piuttosto cascante), hanno costituito uno dei punti deboli del capo: il tessuto non le regge e si sforma, inoltre si fanno sentire sul ginocchio attraverso la tasca e nella camminata danno fastidio. In più, tutti quei lacci (qui non si vedono ma ce n’erano veramente tanti) sono inutili e fastidiosi. Il dietro deve per forza avere qualcosa che richiami il davanti, tipo due tasche semplici chiuse da zip.
E’ il nostro momento creativo: ora noi (vabbè, in questo caso io) decidiamo che il restyling partirà dal tessuto e scegliamo una tela di cotone morbida ma resistente, e zip un po’ meno pesanti. I lacci ai cursori si possono eliminare, l’allacciatura in vita deve essere comoda e, preservando una buona ampiezza, questa non deve essere eccessiva. Dietro, due tasche sono indispensabili. Ci muniamo di un foglio bianco, una squadra grande o una squadretta da modellistica, una matita portamine 0,5, gomma e “manichino”.
Quindi aspettiamo il prossimo post.