Disegno in piano 4 -la conclusione

Ora io decido che questi calzoni devono poter essere allacciati proprio sulla vita, anche se la persona che li acquista probabilmente li allaccerà un po’ lenti e scenderanno sui fianchi. Cosa farà la persona non mi interessa proprio, questi pantaloni devono poter essere portati a vita. Immaginiamo che in vita ci sia una doppia coulisse che lascia sbucare i lacci circa 3 cm. prima dell’apertura, che ha zip e bottone. Io la disegnerei così, un po’ più larga del corpo per vestibilità ma senza esagerare perchè noi li immaginiamo indossati, quindi arricciati quanto basta per stringere stabilmente la vita. Il disegno che segue manca, per non farvi troppa confusione, dei segni di arricciatura che vedrete sul pantalone finitopant_HM_particolare

Spero possiate vedere bene il corpo in rosa così da capire qual è la giusta vestibilità per un pantalone così. Le tasche sono tasche alla francese tagliate lunghe e sono rifinite da un sottile bordo in maglia a coste che le mantiene leggermente bombate. Le cuciture che fissano la zip e dividono in due la coulisse del cinturino sono in nero sempre per  – spero – chiarezza. Ovviamente ci sono molte altre cuciture, come vedrete ingrandendo l’immagine e osservando lo schizzo che mostra il capo con i lacci sciolti. Le tasche sul ginocchio sono inutili ma sono piaciute al pubblico, per cui le riproponiamo così, un ovale messo un po’ di traverso con una lampo in mezzo. Tra le gambe ci sarebbe un inserto per dare ulteriore ampiezza ma non lo facciamo, nella produzione precedente ha inutilmente ritardato la fabbricazione e con questa ampiezza non serve a nulla. Ricordate che di questo pantalone stiamo facendo il redesign (quest’anno era uno dei quiz della seconda prova della maturità, cos’è il redesign…).Tutte le cuciture sono ribattute, a volte con impuntura doppia. Sul fondo, come detto, “polsino” in maglia a coste e zip laterale. Voilà.pant HM_piano

Il dietro ve lo fate voi.
Deve avere forma esterna identica al davanti ma particolari, in questo caso tasche, diverse. PER FARE IL DIETRO DI UN INDUMENTO con contorni così semplici sarebbe bene, sempre per esercitarvi, che provaste a farlo a mano libera dopo aver di nuovo copiato la forma umana del manichino allo STESSISSIMO LIVELLO DELL’ALTRA e cercando di riprodurlo identico. Nel caso di indumenti dalla forma molto complessa e soprattutto ampia, che non segue più neanche un po’ le forme del corpo, immaginiamo una mantella a uovo, è infinitamente più veloce piegare il foglio e, facendo sempre coincidere assi e livelli, ricalcare con leggerezza e cura le linee esterne.
Bene creature, spero ve la stiate passando bene ovunque siate. Q.

 

Disegno in piano 3: si fa sul serio

Disegno in piano: si fa sul serio

Del “manichino” ci serve solo la parte dalla vita in giù.
Organizziamo la tavola come siamo abituali, con la consueta suddivisione di spazi e tracciando gli assi di simmetria di davanti e dietro. scheda tecnica flat sketches1
Se non vi mettete in testa di fare PRIMA DI TUTTO IL RESTO gli assi di simmetria e i livelli potete chiudere ‘sta pagina, mettere via tutto e lasciare stare, siete una causa persa. Ma non lo siete, vero creaturine? No, certo che no. Quindi fate ‘sti assi e il livello vita dopo aver dato un occhio alle dimensioni della pagina in modo da impaginare bene, nello spazio dato, il davanti e il dietro. Gli assi vanno fatti sempre usando come linea di riferimento il bordo del foglio, non altri segni fatti da voi che possono essere imperfetti e dare un asse non proprio perpendicolare al foglio. Se sbagliate questo poi vi viene tutto storto.

Andate avanti. Ricalcate con leggerezza la figura del davanti, dalla vita in giù, con un’attenzione spasmodica a far coincidere i giusti punti: l’asse di simmetria fatto da voi e quello del corpo del manichino, il livello vita che avete appena tracciato e quello del manichino. Finchè avete il manichino sotto segnatevi gli altri livelli fino alla caviglia, più giù questi calzoni non arrivano.scheda tecnica flat sketches2

La forma del pantalone, data l’arricciatura in vita, deve essere bombata sotto il cinturino/coulisse, mostrando con un minimo di drappeggio che la stoffa è abbondante, e poi stringersi verso il basso.
scheda tecnica flat sketches4Grossomodo così, e tenete presente che qui il cinturino e tutti i tagli mancano ancora, è solo la forma. Osservate il cavallo basso. Per ora è piuttosto schematico, ma d’ora in poi disegnerò a mano e sarò più precisa. Per fare bene il cinturino, che in teoria avrei dovuto fare prima, mi concentro sul punto vita e ragiono su come rappresentarlo. Per ora so che c’è un’apertura sulla metà davanti con bottone e zip, e una doppia coulisse in vita che mi permette di stringere e allargare a piacimento. A presto.

Il disegno in piano 2

Come lo facciamo, di solito, a scuola. Poniamo abbiate già fatto la seconda. Se no è difficile che sappiate che esiste questo blog. Avete visto che di solito proponiamo, per fare il disegno in piano, un “manichino” che nel mio caso altro non è che quello presente in fondo al libro di testo per il primo biennio, appena un po’ riveduto e corretto. Uso quello perchè, se perdeste la mia fotocopia, l’avreste appunto sul libro. In realtà quello o un altro non ha importanza. Non esistono “manichini”, tra tutti quelli che ho visto, esenti da difetti. L’importante è che i livelli siano dove è giusto che siano, o almeno nel punto più logico operando una mediazione tra il vero corpo a tre dimensioni e un disegno schematico a due. Bisogna adeguarsi.
Noi qui partiamo dal corpo femminile perchè questi sono post per alunni rimandati, e all’esame l’uomo “non usa”. Osserveremo 2 casi: un paio di pantaloni e una camicia. I pantaloni, QUESTI pantaloni, non sono semplicissimi. Partiamo da loro perchè esistono: nella foto seguente e nel mio armadio.pantalone_HM

Questa donna indossa pantaloni H&M: non vediamo benissimo tutti i particolari, specie in vita perchè c’è la camicia. Immaginiamo quindi di dover fare un redesign, o restyling, o più umilmente variante, di ‘sto paio di braghe perchè, poniamo, 2 anni fa è andato moltissimo e ora lo si vuole riproporre quasi uguale ma non proprio uguale. Per cui noi guardiamo, interpretiamo, modifichiamo.

Guardiamo: è un pantalone tipo cargo, cioè da lavoro, con grandi e curiose tasche, però fatto chiaramente per chi di lavorarci non ne ha intenzione. Con pretese trendy, quindi, il solito giochino che va adesso.
Linea: ampia ma rastremata verso la caviglia, dove si ferma perchè una banda in maglia a coste la stringe.
Particolari caratteristici: parecchi lacci (in vita, ai cursori delle zip) e grosse zip (che siano grosse ve lo dico io perchè li ho). Il cavallo è basso. Nulla sappiamo del dietro.

Interpretiamo: queste grosse zip, dato che il tessuto è leggero (un sintetico piuttosto cascante), hanno costituito uno dei punti deboli del capo: il tessuto non le regge e si sforma, inoltre si fanno sentire sul ginocchio attraverso la tasca e nella camminata danno fastidio. In più, tutti quei lacci (qui non si vedono ma ce n’erano veramente tanti) sono inutili e fastidiosi. Il dietro deve per forza avere qualcosa che richiami il davanti, tipo due tasche semplici chiuse da zip.

E’ il nostro momento creativo: ora noi (vabbè, in questo caso io) decidiamo che il restyling partirà dal tessuto e scegliamo una tela di cotone morbida ma resistente, e zip un po’ meno pesanti. I lacci ai cursori si possono eliminare, l’allacciatura in vita deve essere comoda e, preservando una buona ampiezza, questa non deve essere eccessiva. Dietro, due tasche sono indispensabili. Ci muniamo di un foglio bianco, una squadra grande o una squadretta da modellistica, una matita portamine 0,5, gomma e “manichino”.

Quindi aspettiamo il prossimo post.

Il disegno in piano

Non c’è niente da fare, il post sul disegno in piano è noioso. L’ho appena riletto e mi arrendo, non si può parlare di questo argomento senza annoiare il prossimo. Questa noia è dedicata a voi che la provate.

Questo tipo di disegno non dovrebbe essere fatto senza sapere a che serve.
Non serve perchè ve lo chiede un insegnante. A scuola vi esercitate a farlo bene, ma a parte questo vi assicuro che io non me ne faccio nulla.
Serve, molto più di un figurino “artistico” o “d’immagine”, a capire le forme e le proporzioni esatte dell’indumento, quanto e come il modellista dovrà modificare il modello base o come (più raramente) dovrà costruire un modello nuovo.
Le proporzioni si individuano in base ai livelli (seno, vita etc.) che indicano precisi punti del corpo in cui vengono prese le misure dal sarto e che, nel sistema industriale basato sulle taglie, hanno una misura precisa (ecco, già questa frase, verso la fine è come se si immergesse nel suo stesso grigiore…). Ci sono vari modi per realizzare questo tipo di disegni, e sono tutti validi se viene raggiunto il grado di precisione che si vuole. CHE SI VUOLE! Il che non vuol dire un grado eccelso. (era un tentativo di vivacizzare la platea).
Il disegno in scala riproduce le misure dell’indumento ridotte ad un quinto o più facilmente a un decimo. In pratica la larghezza vita di cm. 72 della taglia 44 diventa cm. 7,2 e così di seguito. Una gonna come quella che segue non richiede indicazioni di misure particolari nelle note sartoriali, come altezza fascioncino (qui ‘è perchè questa è la prima gonna che fanno le bimbe di prima, e ci sono tutte le misure), misure tasche se ci fossero, etc., sono tutte rilevabili dal disegno. Se l’eventuale tasca disegnata a 1/10 fosse ad esempio un rettangolo di cm.1,8 x 2, la tasca del modello in carta (e poi in stoffa) dovrà essere un rettangolo di cm. 18 x 20.gonna
Questo è il vero disegno “in piano”, fatto cioè distendendo idealmente, su un piano, la vera ma ancora inesistente gonna, e disegnandola.
Tuttavia non è il tipo di disegno più usato dagli studi stilistici, che preferiscono quello “su manichino”: meno precisione ma più grazia, più stile, fino alla possibilità, aggiungendo colore, tessuto ed effetti di movimento, di sostituire il figurino. A volte si fa un “misto”.
Sono in effetti frequenti presentazioni di questo tipo,tavola che riassumono una collezione molto più ampia, dove i modelli qui raggruppati sono disegnati da soli, davanti e dietro, corredati di indicazioni circa i tessuti, i materiali aggiuntivi e le misure non facilmente interpretabili. In queste tavole (che vengono presentate al cliente dopo che ci ha affidato la collezione, e sono una via di mezzo tra la presentazione del mood e i disegni operativi: a volte se il cliente approva queste tavole, gli operativi verranno discussi con una figura professionale diversa, un “tecnico”) vengono riassunti il tipo di uomo a cui ci si rivolge (lineamenti, accessori, atteggiamento suggeriscono un carattere, una personalità) e linee e colori principali del tema della collezione.
Qui il disegno in piano appare  come un vestito indossato da un uomo trasparente, o come se avesse vita propria.
A VOLTE, se il modellista è conosciuto, abituato a collaborare strettamente con noi da tanto tempo, conosce il nostro “consumatore finale ideale”, non avrà bisogno d’altro, disegni in piano siffatti e figurini tecnici gli basteranno per avere subito un’idea del prototipo. Mentre guarda le immagini, chiede, propone etc..

Se invece ci affidiamo, poniamo da Milano, ad uno studio modellistico coreano, o anche solo ad un tizio nuovo che non si sa bene come lavori anche se tutti dicono che è bravissimo, sarà meglio essere più chiari.
Questo gonna bruttaè un disegno precisissimo (per quanto rappresentante un gonna orribile), fatto o almeno “ricalcato” dopo averlo disegnato a mano con un sotware vettoriale quale Illustrator o un CAD, un disegno che serve soprattutto se si deve consegnare a studi modellistici con cui non si vogliono avere (o non si possono) tante comunicazioni, e si desiderano prodotti identici al millimetro a quelli progettati. Il modellista non deve cioè “interpretare” niente, solo fare conti.
Un lavoro completo consisterebbe in presentazioni sintetiche come la precedente e disegni strettamente “in piano” per tutte le varianti degli indumenti.
Queste sono considerazioni generali volte a chiarire come sia meglio conoscere almeno i 2 metodi principali (in scala e su manichino) e usarli secondo necessità o quantomeno secondo quanto ci chiede di fare il tizio che ci dà i soldi alla fine. Elasticità contro soldi. Riflettete sull’assunto e valutatene tutte le implicazioni. Prossimi post, indicazioni più operative. Saluti, Q.