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Per la quinta in stage

Prima di chiudere questo blog approfitto della sua permanenza in essere per ricordarvi che poco dopo essere tornate a scuola faremo una verifica teorica di moda e arte, e vi indico quali saranno, aal’incirca, gli argomenti, su cui comunque faremo come sempre un piccolo ripasso.  Dadaismo: elemento chiave e un esempio di opera o tecnica; Surrealismo: punti chiave espressi con un discorso sintetico ma esaustivo, e un esempio di tecnica; Realismo americano: American gothic di Grant Wood; assegnazione di noti stilisti (Poiret, Chanel, Ferragamo, Schiaparelli) al periodo storico in cui esprimono le loro maggiori innovazioni; linea anni 10, 20, 30 e 40 disegnata in modo schematico ma comprensibile; assegnazione di materiali tipici ai decenni in cui compaiono come innovativi.  vi chiederò òpoi un breve riassunto delle tappe necessarie alla creazione di una collezione di moda. Buon resto di stage e a presto. Q.

Stilizzazione da foto.

Avevo promesso anche una camicia in piano, dopo i pantaloni, poi ho pensato che ne avete duemila sul libro di testo. Vi mostro invece quella che forse è una banalità, forse no, dipende da come siete abituati a lavorare. La stilizzazione a partire da una fotografia è una cosa molto comune finchè non si ha preso abbastanza confidenza con la figura facendola agevolmente a partire da zero, quale che sia la posa. L’estate è un buon periodo per trovare foto di donne in costume da bagno, lasciando stare internet dove si trovano tutto l’anno anche senza costume. Eccone una, che ha l’unico vantaggio rispetto alle altre di essere in una posa facile.foto

Quello che segue è il ricalco della figura accompagnato da un inizio di stilizzazione, basato unicamente sull’allungamento. Anche se siamo sicuri che la modella ha un corpo ottimo, come vuole la moda, nel disegno sembra avere le gambe corte. E’ l’abitudine ai figurini, ovviamente le ha lunghe, ma i figurini le hanno quasi sempre MOLTO lunghe. Va così, potete credere che se fosse dipeso da me che sono 1 metro e 57 i canoni non sarebbero questi, ma non è dipeso da me. Ingrandite l’immagine e leggete, guardando bene. Poi provate a fare lo stesso, con questa foto stampata o un’altra (non scegliete figure con prospettive difficili, ricordate sempre che è perfettamente inutile complicarsi la vita con la figura, per noi l’importante è quel che indossa).allungamento

Questa figura allungata deve diventare un figurino con un suo carattere: nelle immagini che seguono vedete la riproposizione della figura allungata con viso e tratto personalizzato, una versione “sexy” e una versione come piace a me. In quest’ultima come osserverete ho usato le misure normali e ho anche allargato i fianchi, prima di vestire questa figura come una guerriera poco pulita (quest’ultimo carattere è un banale effetto di Photoshop) e in posa poco consona al personaggio, ma volevo partire sempre dalla stessa posizione per far notare meglio la differenza. Non è una figura adatta ad essere usata come figurino, tranne nel caso in cui si voglia proprio presentare una moda per gente che, magari restando pulita, ami immedesimarsi in un tale personaggio. Ovviamente chi scrive – e disegna – l’ama molto e su di me un book con simili modelle e vestiti adeguati indurrebbe a desiderarli (i vestiti) assai più che se presentati dalla versione sexy, ma io sono una persona fatta a suo modo. Di solito l’effetto “oggetto del desiderio” si ha di più quando il soggetto che indossa i vestiti si propone già di suo come, appunto, oggetto del desiderio.

 stilizzazione1  stilizzazione2  
stilizzazione4

Due parole sui motivi per cui la donna dev’essere, secondo i canoni estetici imperanti, giovane alta e snella. E’ un obiettivo difficile da raggiungere e mantenere, specie la parte della giovinezza. Più si ficca nella testa alle persone che “non vanno bene” più queste compreranno cose per migliorarsi e, se proprio è impossibile, altri oggetti per compensare. In totale, avere persone insicure giova al mercato.

Inoltre, nel disegno di moda viene esaltata la “moda corporea” del momento (se guardate i figurini del cinquecento o seicento che trovate sul libro di storia dl costume osserverete che sono dei “donnoni”) esagerandone i tratti. Il vestito o la scarpa sembrano più belli se chi li indossa è “bello” secondo i canoni. L’allungamento ha in certi casi anche un fine pratico: regala spazio per disegnare meglio i particolari degli indumenti.

Disegno in piano 4 -la conclusione

Ora io decido che questi calzoni devono poter essere allacciati proprio sulla vita, anche se la persona che li acquista probabilmente li allaccerà un po’ lenti e scenderanno sui fianchi. Cosa farà la persona non mi interessa proprio, questi pantaloni devono poter essere portati a vita. Immaginiamo che in vita ci sia una doppia coulisse che lascia sbucare i lacci circa 3 cm. prima dell’apertura, che ha zip e bottone. Io la disegnerei così, un po’ più larga del corpo per vestibilità ma senza esagerare perchè noi li immaginiamo indossati, quindi arricciati quanto basta per stringere stabilmente la vita. Il disegno che segue manca, per non farvi troppa confusione, dei segni di arricciatura che vedrete sul pantalone finitopant_HM_particolare

Spero possiate vedere bene il corpo in rosa così da capire qual è la giusta vestibilità per un pantalone così. Le tasche sono tasche alla francese tagliate lunghe e sono rifinite da un sottile bordo in maglia a coste che le mantiene leggermente bombate. Le cuciture che fissano la zip e dividono in due la coulisse del cinturino sono in nero sempre per  – spero – chiarezza. Ovviamente ci sono molte altre cuciture, come vedrete ingrandendo l’immagine e osservando lo schizzo che mostra il capo con i lacci sciolti. Le tasche sul ginocchio sono inutili ma sono piaciute al pubblico, per cui le riproponiamo così, un ovale messo un po’ di traverso con una lampo in mezzo. Tra le gambe ci sarebbe un inserto per dare ulteriore ampiezza ma non lo facciamo, nella produzione precedente ha inutilmente ritardato la fabbricazione e con questa ampiezza non serve a nulla. Ricordate che di questo pantalone stiamo facendo il redesign (quest’anno era uno dei quiz della seconda prova della maturità, cos’è il redesign…).Tutte le cuciture sono ribattute, a volte con impuntura doppia. Sul fondo, come detto, “polsino” in maglia a coste e zip laterale. Voilà.pant HM_piano

Il dietro ve lo fate voi.
Deve avere forma esterna identica al davanti ma particolari, in questo caso tasche, diverse. PER FARE IL DIETRO DI UN INDUMENTO con contorni così semplici sarebbe bene, sempre per esercitarvi, che provaste a farlo a mano libera dopo aver di nuovo copiato la forma umana del manichino allo STESSISSIMO LIVELLO DELL’ALTRA e cercando di riprodurlo identico. Nel caso di indumenti dalla forma molto complessa e soprattutto ampia, che non segue più neanche un po’ le forme del corpo, immaginiamo una mantella a uovo, è infinitamente più veloce piegare il foglio e, facendo sempre coincidere assi e livelli, ricalcare con leggerezza e cura le linee esterne.
Bene creature, spero ve la stiate passando bene ovunque siate. Q.

 

Disegno in piano 3: si fa sul serio

Disegno in piano: si fa sul serio

Del “manichino” ci serve solo la parte dalla vita in giù.
Organizziamo la tavola come siamo abituali, con la consueta suddivisione di spazi e tracciando gli assi di simmetria di davanti e dietro. scheda tecnica flat sketches1
Se non vi mettete in testa di fare PRIMA DI TUTTO IL RESTO gli assi di simmetria e i livelli potete chiudere ‘sta pagina, mettere via tutto e lasciare stare, siete una causa persa. Ma non lo siete, vero creaturine? No, certo che no. Quindi fate ‘sti assi e il livello vita dopo aver dato un occhio alle dimensioni della pagina in modo da impaginare bene, nello spazio dato, il davanti e il dietro. Gli assi vanno fatti sempre usando come linea di riferimento il bordo del foglio, non altri segni fatti da voi che possono essere imperfetti e dare un asse non proprio perpendicolare al foglio. Se sbagliate questo poi vi viene tutto storto.

Andate avanti. Ricalcate con leggerezza la figura del davanti, dalla vita in giù, con un’attenzione spasmodica a far coincidere i giusti punti: l’asse di simmetria fatto da voi e quello del corpo del manichino, il livello vita che avete appena tracciato e quello del manichino. Finchè avete il manichino sotto segnatevi gli altri livelli fino alla caviglia, più giù questi calzoni non arrivano.scheda tecnica flat sketches2

La forma del pantalone, data l’arricciatura in vita, deve essere bombata sotto il cinturino/coulisse, mostrando con un minimo di drappeggio che la stoffa è abbondante, e poi stringersi verso il basso.
scheda tecnica flat sketches4Grossomodo così, e tenete presente che qui il cinturino e tutti i tagli mancano ancora, è solo la forma. Osservate il cavallo basso. Per ora è piuttosto schematico, ma d’ora in poi disegnerò a mano e sarò più precisa. Per fare bene il cinturino, che in teoria avrei dovuto fare prima, mi concentro sul punto vita e ragiono su come rappresentarlo. Per ora so che c’è un’apertura sulla metà davanti con bottone e zip, e una doppia coulisse in vita che mi permette di stringere e allargare a piacimento. A presto.

Il disegno in piano 2

Come lo facciamo, di solito, a scuola. Poniamo abbiate già fatto la seconda. Se no è difficile che sappiate che esiste questo blog. Avete visto che di solito proponiamo, per fare il disegno in piano, un “manichino” che nel mio caso altro non è che quello presente in fondo al libro di testo per il primo biennio, appena un po’ riveduto e corretto. Uso quello perchè, se perdeste la mia fotocopia, l’avreste appunto sul libro. In realtà quello o un altro non ha importanza. Non esistono “manichini”, tra tutti quelli che ho visto, esenti da difetti. L’importante è che i livelli siano dove è giusto che siano, o almeno nel punto più logico operando una mediazione tra il vero corpo a tre dimensioni e un disegno schematico a due. Bisogna adeguarsi.
Noi qui partiamo dal corpo femminile perchè questi sono post per alunni rimandati, e all’esame l’uomo “non usa”. Osserveremo 2 casi: un paio di pantaloni e una camicia. I pantaloni, QUESTI pantaloni, non sono semplicissimi. Partiamo da loro perchè esistono: nella foto seguente e nel mio armadio.pantalone_HM

Questa donna indossa pantaloni H&M: non vediamo benissimo tutti i particolari, specie in vita perchè c’è la camicia. Immaginiamo quindi di dover fare un redesign, o restyling, o più umilmente variante, di ‘sto paio di braghe perchè, poniamo, 2 anni fa è andato moltissimo e ora lo si vuole riproporre quasi uguale ma non proprio uguale. Per cui noi guardiamo, interpretiamo, modifichiamo.

Guardiamo: è un pantalone tipo cargo, cioè da lavoro, con grandi e curiose tasche, però fatto chiaramente per chi di lavorarci non ne ha intenzione. Con pretese trendy, quindi, il solito giochino che va adesso.
Linea: ampia ma rastremata verso la caviglia, dove si ferma perchè una banda in maglia a coste la stringe.
Particolari caratteristici: parecchi lacci (in vita, ai cursori delle zip) e grosse zip (che siano grosse ve lo dico io perchè li ho). Il cavallo è basso. Nulla sappiamo del dietro.

Interpretiamo: queste grosse zip, dato che il tessuto è leggero (un sintetico piuttosto cascante), hanno costituito uno dei punti deboli del capo: il tessuto non le regge e si sforma, inoltre si fanno sentire sul ginocchio attraverso la tasca e nella camminata danno fastidio. In più, tutti quei lacci (qui non si vedono ma ce n’erano veramente tanti) sono inutili e fastidiosi. Il dietro deve per forza avere qualcosa che richiami il davanti, tipo due tasche semplici chiuse da zip.

E’ il nostro momento creativo: ora noi (vabbè, in questo caso io) decidiamo che il restyling partirà dal tessuto e scegliamo una tela di cotone morbida ma resistente, e zip un po’ meno pesanti. I lacci ai cursori si possono eliminare, l’allacciatura in vita deve essere comoda e, preservando una buona ampiezza, questa non deve essere eccessiva. Dietro, due tasche sono indispensabili. Ci muniamo di un foglio bianco, una squadra grande o una squadretta da modellistica, una matita portamine 0,5, gomma e “manichino”.

Quindi aspettiamo il prossimo post.

Il disegno in piano

Non c’è niente da fare, il post sul disegno in piano è noioso. L’ho appena riletto e mi arrendo, non si può parlare di questo argomento senza annoiare il prossimo. Questa noia è dedicata a voi che la provate.

Questo tipo di disegno non dovrebbe essere fatto senza sapere a che serve.
Non serve perchè ve lo chiede un insegnante. A scuola vi esercitate a farlo bene, ma a parte questo vi assicuro che io non me ne faccio nulla.
Serve, molto più di un figurino “artistico” o “d’immagine”, a capire le forme e le proporzioni esatte dell’indumento, quanto e come il modellista dovrà modificare il modello base o come (più raramente) dovrà costruire un modello nuovo.
Le proporzioni si individuano in base ai livelli (seno, vita etc.) che indicano precisi punti del corpo in cui vengono prese le misure dal sarto e che, nel sistema industriale basato sulle taglie, hanno una misura precisa (ecco, già questa frase, verso la fine è come se si immergesse nel suo stesso grigiore…). Ci sono vari modi per realizzare questo tipo di disegni, e sono tutti validi se viene raggiunto il grado di precisione che si vuole. CHE SI VUOLE! Il che non vuol dire un grado eccelso. (era un tentativo di vivacizzare la platea).
Il disegno in scala riproduce le misure dell’indumento ridotte ad un quinto o più facilmente a un decimo. In pratica la larghezza vita di cm. 72 della taglia 44 diventa cm. 7,2 e così di seguito. Una gonna come quella che segue non richiede indicazioni di misure particolari nelle note sartoriali, come altezza fascioncino (qui ‘è perchè questa è la prima gonna che fanno le bimbe di prima, e ci sono tutte le misure), misure tasche se ci fossero, etc., sono tutte rilevabili dal disegno. Se l’eventuale tasca disegnata a 1/10 fosse ad esempio un rettangolo di cm.1,8 x 2, la tasca del modello in carta (e poi in stoffa) dovrà essere un rettangolo di cm. 18 x 20.gonna
Questo è il vero disegno “in piano”, fatto cioè distendendo idealmente, su un piano, la vera ma ancora inesistente gonna, e disegnandola.
Tuttavia non è il tipo di disegno più usato dagli studi stilistici, che preferiscono quello “su manichino”: meno precisione ma più grazia, più stile, fino alla possibilità, aggiungendo colore, tessuto ed effetti di movimento, di sostituire il figurino. A volte si fa un “misto”.
Sono in effetti frequenti presentazioni di questo tipo,tavola che riassumono una collezione molto più ampia, dove i modelli qui raggruppati sono disegnati da soli, davanti e dietro, corredati di indicazioni circa i tessuti, i materiali aggiuntivi e le misure non facilmente interpretabili. In queste tavole (che vengono presentate al cliente dopo che ci ha affidato la collezione, e sono una via di mezzo tra la presentazione del mood e i disegni operativi: a volte se il cliente approva queste tavole, gli operativi verranno discussi con una figura professionale diversa, un “tecnico”) vengono riassunti il tipo di uomo a cui ci si rivolge (lineamenti, accessori, atteggiamento suggeriscono un carattere, una personalità) e linee e colori principali del tema della collezione.
Qui il disegno in piano appare  come un vestito indossato da un uomo trasparente, o come se avesse vita propria.
A VOLTE, se il modellista è conosciuto, abituato a collaborare strettamente con noi da tanto tempo, conosce il nostro “consumatore finale ideale”, non avrà bisogno d’altro, disegni in piano siffatti e figurini tecnici gli basteranno per avere subito un’idea del prototipo. Mentre guarda le immagini, chiede, propone etc..

Se invece ci affidiamo, poniamo da Milano, ad uno studio modellistico coreano, o anche solo ad un tizio nuovo che non si sa bene come lavori anche se tutti dicono che è bravissimo, sarà meglio essere più chiari.
Questo gonna bruttaè un disegno precisissimo (per quanto rappresentante un gonna orribile), fatto o almeno “ricalcato” dopo averlo disegnato a mano con un sotware vettoriale quale Illustrator o un CAD, un disegno che serve soprattutto se si deve consegnare a studi modellistici con cui non si vogliono avere (o non si possono) tante comunicazioni, e si desiderano prodotti identici al millimetro a quelli progettati. Il modellista non deve cioè “interpretare” niente, solo fare conti.
Un lavoro completo consisterebbe in presentazioni sintetiche come la precedente e disegni strettamente “in piano” per tutte le varianti degli indumenti.
Queste sono considerazioni generali volte a chiarire come sia meglio conoscere almeno i 2 metodi principali (in scala e su manichino) e usarli secondo necessità o quantomeno secondo quanto ci chiede di fare il tizio che ci dà i soldi alla fine. Elasticità contro soldi. Riflettete sull’assunto e valutatene tutte le implicazioni. Prossimi post, indicazioni più operative. Saluti, Q.

La trasparenza

Il punto di partenza è una figura seminuda già colorata. Quella che vedete è colorata con un marker Ivory per la pelle, un Sandstone per i capelli e un pervinca per gli slip. Osservate come lo slip non sia ripassato a penna. E’ invece TROPPO ripassato un fianco: dove vogliamo creare un effetto vedo/non vedo segni di contorno forti non sono indicati. Sarebbe bello dire che l’ho fatto proprio per farvi notare l’errore ma no, è un errore mio e basta, me ne sono accorta quando ormai ero avanti col lavoro. QUINDI voi non fate errori simili. Potete anche colorare la figura con i pastelli, ma dovrete, in seguito, prestare più attenzione al sovrapporsi dei colori.

tutorial trasparenza_1 tutorial trasparenza_2 tutorial trasparenza_3

Disegnate su questa ragazza una sottoveste come quella che vedete in figura. Se vi viene un po’ più lunga, corta o larga lasciate com’è, è meglio che non ci siano troppe cancellature. Ripassatela a penna con tratto veloce, leggero e sicuro. Sul “reggiseno” tracciate A MATITA un reticolato che servirà da base per fare il pizzo. Con un pastello nero cominciate a stendere una prima mano, leggera e omogenea, di colore su tutta la “gonna” della sottoveste. Sul reggiseno aiutandovi con la griglia a matita tracciate dei puntini a distanze uguali. Intorno a questi puntini disegnate poi dei fiori, per ora sempre a matita, poi ripassateli a penna (02). SE vi sentite molto sicure fateli a penna direttamente.

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Accentuate, con altri passaggi di nero, le ombre sulla sottoveste: ai lati, dove le ondulazioni della stoffa creano ombra, e dove c’è sovrapposizione di tessuto. Cercate di tenere la matita nera sempre ben temperata e non lavorate di punta, ma di piatto, cioè tenetela inclinata: farete prima e meglio.

Rifinite il tutto con alcuni tocchi di matita gomma o pastello bianco sulle zone che volete mettere in luce (se avete usato le matite colorate per la figura meglio il pastello bianco) e alcuni particolari: nelle zone del corpo che sono rimaste coperte fate un po’ di ombre con un pastello, e intorno al reggiseno uno “smerlino” che rappresenta un piccolo bordo increspato di pizzo.

Concludo con una piccola aggiunta che si può fare con Photoshop per un effetto “Nove settimane e mezzo”, mettendo cioè la figura in controluce. E’ chiaro che tutto il lavoro fatto viene a perdersi un po’, ma ci tenevo a farvi vedere questo effetto che ovviamente si può avere con qualsiasi altra immagine. Così, per farvi venire voglia di capire come si fa.tutorial trasparenza_8

Il viso ed il colore. Tutorial per tutti.

Per tutti quelli che non sanno strutturare il viso e/o non hanno mai usato il marker, quello che tutti chiamiamo pantone, per colorare.
Sarà  lunga, abbiate pazienza.  Questo qui sotto è l’ovale di una testa, con una  croce centrale per la simmetria e la definizione delle zontutorial viso_1e. Sotto la linea orizzontale ci sono gli occhi.
L’ovale è, letteralmente, ovale. L’ho fatto alto circa 6/7 cm.
tutorial viso_2Più sotto ancora vedete il viso con un abbozzo di lineamenti. Per fare gli occhi uguali ho fatto due linee guida e ho lasciato, tra un occhio e l’altro, praticamente un altro occhio.

Per quanto abbia fatto, un occhio mi è venuto più su  e più inclinato, ma ne ne accorgo adesso.  Voi farete di meglio. Il naso accennatelo appena. La bocca, come gli occhi che, come sapete, sono basati sulla figura del romboide, è basata su figure geometriche: due triangoli incrociati (il labbro superiore) e una semilunetta (l’inferiore) . Le sopracciglia seguono la curva degli occhi. La fronte è molto alta (quasi tutti noi tendiamo a disegnare un’idealizzazione tutorial viso_3di noi stessi). Ci sono anche le orecchie.
Dato che il viso è molto grande posso permettermi di ripassare il tutto con una penna sottile, punta 02, correggendo le irregolarità ed addolcendo i contorni di occhi e bocca. Sul viso piccolo è meglio evitare la penna se non sapete già d’essere bravissime, di solito involgarisce. Inoltre, dato che useremo il marker, per evitare che sotto la sua azione la penna si sciolga, o ne tutorial viso_4usiamo una sicura come la Sakura Micron o la usiamo dopo, se proprio ci teniamo.
Ecco poi il viso ripulito da ogni segno di matita (il marker ingloba anche quella e non si cancella più).
La pettinatura: costei ha i capelli tirati indietro e raccolti in una coda.
Sul marker: il primo problema per chi comincia ad usarlo è “stare nei contorni”. Quando è tutorial viso_5nuovo, carico di colore, e il foglio è sottile e poco assorbente, tende a uscirne. Il segreto è tenere la punta un po’ distante dal bordo, vedremo il colore dilatarsi e riempire lo spazio da solo. Un po’ distante quanto? Con un marker nuovo, circa un millimetro, poi ci si abitua a regolarsi secondo i casi. Il colore che qui ho usato è molto chiaro, e anche in caso di fuoriuscite dal contorno non si nota molto. Il marker ha due o tre punte, questo in particolare ne ha due (è un Promarker Letraset color Ivory), una normale tipo pennarello e una larga e piatta. Sceglieremo la punta in base alla superficie che dobbiamo coprire. Servono insieme precisione e decisione, poichè il bello di questi marker è che se dati velocemente il colore si fonde e viene a crearsi una campitura piatta omogenea come fosse stampata, pronta per essere lavorata con le matite. Mentre si riempie una zona non ci deve interrompere: all’inizio è bene scegliere sempre colori chiari e zone non troppo ampie. Aspetto che il colore asciughi e intanto comincio a disegnare l’interno degli occhi: pupilla nera, luce bianca, iride. Anchtutorial viso_6e con il marker stesso dato più volte, posso creare effetti d’ombra, ma questo è talmente chiaro che non ne vale la pena. L’ho fatto comunque, per farvi vedere, facendo l’ombra del mento sul collo. E’ chiaro che non può bastare. Per i capelli scelgo un marker dello stesso tipo color Sandstone, che è quello che più si avvicina al biondo naturale. Qui uso le due punte secondo le zone da riempire e ripasso più volte sulle zone in ombra: come vedete, con questo colore l’ombra si nota.tutorial viso_7
La parte finale richiede tempo e cura. Scegliete un pastello color ocra caldo, terra di siena bruciata o qualsiasi altro secondo voi si adatti  e cominciate a sfumare con ripetuti passaggi. Delineate prima le ombre esterne del viso, quelle sotto l’arcata sopraccigliare e intorno agli occhi, ai lati del naso e sotto, sotto il labbro inferiore, agli angoli della bocca, sul collo. Tutto con mano leggerissima e con un pastello di livello decente, ovvero: di buona marca, lunghezza non ridicola, ben temperato. Potete usarne anche due, io qui ho voluto lasciare il viso molto chiaro e luminoso (sul computer forse lo sembra anche troppo), e ho usato solo l’ocra che vedete vicino al volto a forma di z.

A qualcuno di voi sarà venuto uno schifo. Il senso dell’esercizio è che la prossima volta non accada. Ricominciate da capo e se proprio vi annoiate, piccole frenetiche creature che devono far sempre qualcosa di diverso, cambiate la pettinatura, truccate la faccia, cercate di fare due occhi uguali e non come li ho fatti io, etc. Buon lavoro. Q.

Figura umana femminile. Tutorial per tutti.

Per tutti quelli che devono “recuperare” la materia o che hanno difficoltà a fare la figura. Come vedrete il discorso è simile a quello fatto per la figura maschile. Per cui quello che non trovate qui cercatelo in quell’articolo. Primo step,
tutorial figura1sempre:
1) tracciare un asse di simmetria verticale;
2) tracciare un segno orizzontale in alto e uno in basso per definire l’altezza totale della figura;
3) disegnare l’ovale della testa, TUTTO (circa 2,5-3 cm) e il collo;
4) individuare i livelli delle spalle, della vita, del pube (stesse proporzioni date per l’uomo e che comunque dovreste già conoscere)

Sembra che alcuni di voi non abbiano mai guardato un corpo. Ne avrete in realtà guardati molti, ma penso non li abbiate visti. Guardate voi stesse allo specchio senza vestiti. Osservate a che punto del busto è il seno, quanto dista la vita dal collo, quanto e come si allargano i fianchi. Se non vi piacete, cercate pubblicità di intimo o mare. Insomma, se non conoscete bene le proporzioni naturali, non cercate di stilizzare troppo, guardate e analizzate GENTE REALE.

tutorial figura2Secondo step:
5) dare al busto e ai fianchi una forma a doppio trapezio con linee morbide;
6) tracciare le linee direttrici di braccia e gambe;
7) delineare la forma del piede;
8) a metà della linea della gamba segnare il punto del ginocchio;
9) definire approssimativamente, così come vedete nella metà esterna della figura, gambe e braccia;
10) segnare la posizione del seno con due semilunette come in figura.

Sul seno: quello che vedete in figura è un seno da modella o da ragazzina, non crea quindi alcun solco visibile dalle scollature e non deborda dal torace, anche senza reggiseno. Tuttavia ha una sua entità, e le semilunette rappresentano l’ombra sulla parte inferiore. Il capezzolo quindi NON E’ al centro delle semilunette, è sopra.

tutorial figura3 copiaTerzo step:
11) Rifinire tutte le parti e controllare la complessiva armonia di proporzioni: se necessario modificare.Questa posizione è figurino cyberpunk copiasemplicissima, e la semplicità della figura è particolarmente adatta ad abbigliamenti complessi come quello a fianco, tratto dagli schizzi della sfilata cyberpunk dello scorso anno.

Perchè complicarsi la vita con una posa quando il nostro lavoro è inventare abiti?

La figura maschile

Questo articolo è per le seconde classi, ma come i precedenti può essere utile a chiunque serva un metodo per costruire la figura umana senza tanti schemi. Precisiamo: gli schemi vanno benissimo, se servono davvero, ma in certi casi sono un ostacolo. Facciamo qualche esempio: la griglia a 9 moduli è utilissima per costruire una figura statica, simmetrica e con misure sempre uguali, mentre è d’ostacolo se si pretende di usarla per copiare pose particolari o fare figure di misure differenti da quelle della griglia stessa. Il “manichino” va bene, all’inizio, per capire come sono distribuite le masse corporee, ma diviene una perdita di tempo e un ostacolo se non ci si rende conto della differenza tra le sue forme (rozze e stereotipate) e quelle di una figura piacevole a vedersi e stilizzata in modo personale. Lo schema a filo va bene per copiare, ma se non si ha niente da copiare, ovvero si deve inventare lì per lì una figura, ovviamente non serve a niente.
Il metodo che vi propongo in realtà è una sintesi avanzata di schema a filo e manichino. Lo applico alla figura maschile ma il procedimento sarebbe identico per quella femminile.
uomoQuesto è l’obiettivo finale. Non è un granchè? Non deve esserlo, è uno schizzo. E’ fatto per essere vestito ed è inutile cesellare le forme del corpo. E’ importante però sapere cosa rende la figura maschile tale, specie se siete abituati a fare quella femminile.
I tratti sono spigolosi.
La mandibola è forte e squadrata.
Le spalle sono larghe.
Se si dovranno vedere parti del corpo nude è necessario avere un’idea di come sono disposti i muscoli (es: deltoide).
La differenza tra vita e fianchi è scarsa.
I fianchi sono poco più stretti del torace.
L’uomo non porta tacchi = i piedi sono visti in prospettiva, inseriti in un ideale triangolo.
Tutte queste cose sono verificabili sulla figura sopra. Verificatele.
Le proporzioni ideali per un foglio A4 sono quelle indicate sulla figura. Ma scordatevi di misurare i millimetri, dovete imparare ad andare a occhio.
uomo_fase0Questo è lo schema iniziale. Tracciate una linea verticale a metà del foglio; decidete dove comincia e dove finisce la figura: non devono esserci teste o piedi che nel procedere del lavoro “non stanno nel foglio”. Comandate voi, non il foglio.

Io non ho fatto tutto lo schema all’inizio, comincio sempre facendo la testa “per bene”, con lineamenti e tutto, perché mi piace dare un carattere alla mia figura, poi faccio le altre linee.

uomo_fase1Le spalle sono leggermente spioventi, non sono perpendicolari al collo. Busto e bacino sono due trapezi, con le basi minori unite in vita. uomo_fase2Tracciate le linee conduttrici di braccia e gambe.
Queste ultime vanno divise in due: lì ci sarà il ginocchio.
uomo_fase3Definite le forme di braccia e gambe.
Se non sapete bene dove sono i muscoli o come sono fatti, non esagerate con le curve.

 

uomo_fase4Braccio e mano.
Osservate le forme.
Osservate una persona vera (una foto, voi stessi allo specchio, un amico).
In una persona vera non ci sono spigoli: qui ci sono per far capire bene la geometria del corpo. Il deltoide lo vedete. Il braccio, nella parte superiore, è quasi tubolare, un po’ rigonfio in mezzo e va restringendosi leggermente verso il gomito. Dopo il gomito si allarga bruscamente e di nuovo si restringe verso il polso. La mano l’ho spiegata 200 volte. Questa tiene una borsa vista di profilo.
Tutto questo disegno a voi verrà, se Dio vuole, diverso dal mio: è appunto il vostro, non il mio. Tenete sempre presenti le proporzioni e l’armonia di quanto andate costruendo, e non occupatevi d’altro. Se whatsapp vibra dovete scegliere: può andare bene anche scegliere whatsapp, ma almeno mandate consapevolmente a quel paese il disegno, oppure fate il contrario. Insieme, per adesso no. A presto. Q.
(Se cliccate sulle immagini dovrebbero apparire a tutto schermo).